Il territorio di Castel del Giudice si estende su una superficie di poco superiore ai 1.500 ettari, gran parte dei quali coperti da boschi di caducifolie (fascia quercum-fagetum), un centinaio di ettari a prato-pascolo, alcuni ettari coltivati a cereali autunno-vernini, oltre a piccolissimi fazzoletti di orto destinati alla produzione per uso strettamente familiare di patate, ortaggi e legumi.
La zootecnia estensiva, attività che in passato ha fortemente caratterizzato l’economia agricola della zona, di fatto è scomparsa.

Accanto a una situazione, ormai cristallizzata, legata allo spopolamento delle aree interne e all’abbandono del settore primario, Castel del Giudice sta vivendo da alcuni anni una vera e propria fase di “rinascita” socio-economica di estrema importanza, grazie alla nascita di piccoli insediamenti produttivi diversificati: quelli della meccanica di precisione, quelli dell’artigianato e per finire quelli agricoli, con il recupero di attività storiche quali la coltivazione di cereali e legumi ad elevato valore biologico, la raccolta del tartufo (“scoperto” da almeno una quindicina d’anni) e la frutticoltura di qualità.

La scelta dell’ortofrutta di qualità

La preoccupazione principale della Melise è e sarà sempre quella di operare nel pieno rispetto dell’integrità del territorio, delle sue valenze paesaggistiche e naturali, utilizzando esclusivamente prodotti consentiti e tutto ciò necessario alla corretta gestione agronomica degli impianti secondo i criteri dettati dall’agricoltura biologica.

Ciò si concilia oltremodo con l’obiettivo raggiunto dall’Amministrazione comunale di Castel del Giudice della certificazione ambientale UNI EN ISO 14001:2004 (Det Norske Veritas certificato n. CERT-1368-2005-AE-BRI-SINCERT): un importante valore aggiunto per l’immagine e lo sviluppo dell’intero territorio dell’Alto Molise.

Gli obiettivi produttivi e di mercato della Melise sono ben definiti e soprattutto concreti. La strutturazione e gestione professionale di un’attività agricola come quella intrapresa dalla Melise rappresenta una svolta importante nel modo di “fare agricoltura” nelle aree interne, non più legata ad iniziative di pura sopravvivenza, quasi sempre rivolte all’autoconsumo o a piccoli commerci locali, ma viceversa di ampio respiro economico e commerciale.

Le produzioni biologiche, e/o comunque integrate, costituiscono il passaggio obbligato verso un sistema agroalimentare ecosostenibile, assicurano una produzione duratura di alimenti e di prodotti di alta qualità, riescono a mantenere il reddito dell’agricoltore, eliminano o riducono le fonti attuali di inquinamento agricolo dell’ambiente, sostengono le funzioni molteplici dell’agricoltura in piena sintonia con i recenti indirizzi comunitari.

La scelta da parte della Melise della gestione in biologico delle proprie produzioni scaturisce infatti da una serie di considerazioni etico-ambientali oltre che mercatistiche, nella consapevolezza però delle maggiori difficoltà tecniche ed economiche che detta scelta comporta.

Le principali ragioni che hanno spinto la Melise a perseguire questa strada sono ascrivibili a:

  • motivi climatici, poiché grazie al microclima specifico è ipotizzabile una più bassa pressione di numerosi parassiti e crittogame;
  • ampia disponibilità e basso costo del fattore terra, ossia possibilità di utilizzare terreni ormai in stato di abbandono con canoni di affitto molto convenienti;
  • utilizzo di pratiche colturali armoniche con l’ambiente e pertanto più rispettose dell’agro-ecosistema montano (preservare il suolo e la biodiversità).

L’agricoltura realizzata dalla Melise è pertanto un’agricoltura sostenibile, non inquinante, redditizia e culturalmente impegnativa poiché non si basa su semplici “ricette” ma sulla conoscenza del territorio e delle sue componenti.

Situazione attuale delle Coltivazioni:

  • 30 ettari di mele biologiche;
  •  6 ettari di orzo da Birra;
  •  3 ettari di grano duro e tenero.

EU_Organic_Logo_Colour_rgbI prodotti Melise sono coltivati in conformità al Regolamento Europeo sull’agricoltura biologica.